Viene riportato qui di seguito il Codice Etico redatto per il club di razza del gatto norvegese delle foreste
ASI. – Associazione Skogkatt Italia Club Italiano del Gatto Norvegese delle Foreste
CODICE ETICO
PREMESSA
L’allevamento deve avere come scopo la selezione di soggetti di buona qualità, rispondenti agli standard di razza, ma soprattutto di buona salute, privi di anomalie genetiche, con il carattere dolce e affettuoso tipico della razza, privilegiando l’aspetto qualitativo a quello quantitativo. La violazione delle disposizioni contenute nel presente Codice Etico, prevede l’applicazione di sanzioni che possono arrivare sino al decadimento dalla qualifica di socio del Club, così come stabilito dal presente Codice Etico.
FINALITA’ E SCOPI DEL CODICE ETICO
Il presente Codice Etico è rivolto a tutti gli allevatori ed ai proprietari di gatti di razza Norvegese delle Foreste appartenenti all’A.S.I.
Il suo fine è quello di fornire delle regole per la cura e l’allevamento del gatto Norvegese delle Foreste che garantiscano un elevato standard qualitativo e che siano nello spirito delle norme delle principali Federazioni feline nazionali ed internazionali.
Tali regole (elencate nel Codice Etico) sono relative agli spazi di allevamento, all’alimentazione, alla pulizia, agli aspetti sanitari e veterinari, al rispetto degli standard di razza, alla eventuale cessione di soggetti a terzi con indicazione delle reciproche responsabilità e agli standard di allevamento.
Il Codice Etico è redatto in armonia con quanto disposto dal Disciplinare del Libro Genealogico del Gatto di Razza, dalle Norme Tecniche e relativi allegati. Standard minimi ambientali
Art. 1 – Spazi minimi, luce, aerazione.
L’ambiente non deve essere sovraffollato: ciascun gatto dovrà avere sufficiente spazio per muoversi mantenendo un adeguato tono muscolare. Dovranno essere previsti spazi adeguati, tranquilli ed isolati, per gli animali in cura o quarantena e per le puerpere con i cuccioli. In caso di presenza di un giardino o di balcone, può essere possibile per i gatti accedervi.
Per quanto riguarda i gatti riproduttori è invece necessaria una adeguata protezione in modo che essi non possano uscire al di fuori del giardino o del balcone e/o entrare in contatto con altri animali esterni. Chi possiede un giardino potrà anche realizzare un gattile, struttura dove i gatti potranno vivere permanentemente a patto che possieda determinate caratteristiche così come indicate nell’art. 2 del presente Codice Etico. Deve essere posta particolare cura al fine di evitare che negli ambienti in cui vivono i gatti si possano generare situazioni pericolose..
Gli ambienti destinati ai gatti dovranno essere forniti di finestre in modo da godere di buona illuminazione naturale, uniformemente distribuita e non eccessiva. In caso si abbia la necessità di chiudere tutte le imposte durante il giorno, sarà necessario lasciare sufficiente luce artificiale. Gli ambienti destinati ai gatti dovranno essere forniti di porte, finestre o aeratori che permettano ricambio d‘aria e ventilazione adeguati al fine di prevenire la formazione di cattivi odori e condensa. Dovranno inoltre avere una temperatura idonea ad ospitare gatti sia in inverno che in estate, compresa fra i 10°C e i 35°C; a questo scopo dovranno essere previsti sistemi per il riscaldamento/raffreddamento.
Art. 2 – Uso di gabbie o gattili
Gabbie
La costante permanenza di gatti in gabbie è tassativamente vietata; la mancata osservanza di questo articolo del Codice Etico comporterà l’immediata espulsione del Socio.
L‘uso di gabbie è consentito solo quando è necessario l’isolamento temporaneo di un gatto per:
– Quarantena
– Parto
– Degenze da malattie od eventi traumatici.
– Altri eventi eccezionali.
Gattili e alloggiamenti separati
Sono ammessi i gattili e alloggiamenti separati purché siano dimensionati in modo che ciascun gatto abbia a disposizione uno spazio minimo di 1,80 m in altezza, suddiviso in più livelli, incluse aree per il riposo ed il ricovero e 6 mq in pianta.
Per evitare situazioni di sovraffollamento è meglio prevedere più gattili piuttosto che una struttura unica.
I gattili devono essere costruiti con materiale robusto e di facile pulizia, non pericoloso per i gatti, senza spigoli o sporgenze, il fondo non dovrà essere di rete.
Il gattile dovrà essere coperto parzialmente o completamente, dovrà contenere al suo interno strutture adeguate al gioco e ripari in caso di intemperie, periodi freddi o eccessivamente caldi.
In ciascun gattile dovranno essere predisposti vaschette con lettiera e ciotole con acqua e cibo in quantità proporzionata al numero di gatti ospitati.
Il Socio che utilizza il gattile come struttura stabile di allevamento dovrà prevedere una zona nursery all’interno del’abitazione dove poter collocare la mamma con i cuccioli fino al terzo mese di età dei piccoli.
Art. 3 – Pulizia Ambientale
L’ambiente dove vivono e riposano i gatti deve essere pulito e privo di parassiti.
Le vaschette con lettiera devono essere in numero adeguato e di facile accesso. Devono essere pulite internamente ed esternamente e contenere un adeguato quantitativo di sabbia o di materiale equivalente.
Il materiale assorbente deve essere pulito con frequenza tale da prevenire eccessivi accumuli di materiale fecale.
Le ciotole per l’acqua devono essere pulite e contenere acqua fresca ed essere in numero sufficiente per i gatti presenti.
Non ci devono essere residui di cibo vecchio, deteriorato o avariato sia nelle ciotole/piatti sia nell’ambiente.
Si consiglia l’uso di ciotole/piatti in acciaio INOX o ceramica, in quanto di più facile pulizia rispetto alla plastica, che può anche provocare acne allergica in alcuni soggetti sensibili.
Art. 4 – Alimentazione
L‘alimentazione dei gatti è a discrezione del’allevatore purché sia adeguata in termini di qualità, quantità e igiene. Si consiglia di controllare periodicamente la dieta con il veterinario di fiducia.
Salute, aspetti sanitari e genetici
Art. 5 – Salute dei gatti e assistenza veterinaria
Ogni Socio si impegna a fare del proprio meglio per prevenire e/o curare le malattie dei soggetti di sua proprietà, facendo in modo che i gatti godano di buona salute, con un buon tono muscolare ed un peso appropriato per la loro struttura ossea, la loro età e il loro sesso.
In questo senso è fondamentale che ogni Socio elegga un proprio veterinario di fiducia che segua con regolarità l’andamento sanitario di ciascun gatto di cui il Socio è proprietario e degli ambienti dove i gatti vivono.
I gatti devono essere vaccinati annualmente con vaccino trivalente, salvo diversa indicazione del veterinario.
Le vaccinazioni devono essere regolarmente registrate sul libretto sanitario intestato a ciascun gatto ovvero sul “Passaporto Europeo” veterinario.
Si fa divieto assoluto ai Soci di praticare l’asportazione chirurgica degli artigli (declawing) e di sottoporre i gatti a qualsiasi tipo di violenza.
Art. 6 – Norme comportamentali rispetto alle malattie genetiche
I gatti riproduttori di proprietà dei Soci devono essere obbligatoriamente testati prima di essere utilizzati in riproduzione per le malattie genetiche tipiche della razza, per le quali siano disponibili test sul DNA.
Le informazioni relative a questa tipologia di malattie sono contenute nel’Allegato A – Malattie genetiche per la diagnosi delle quali è presente un test sul DNA al presente Codice Etico.
È consigliato, in accordo con il proprio Veterinario, pianificare un piano di screening per i propri gatti relativamente alla patologie contenute nell’Allegato B – Malattie genetiche per la diagnosi delle quali non è presente un test sul DNA al presente Codice Etico.
L’elenco delle patologie degli Allegati di cui sopra viene tenuto aggiornato a cura del Comitato Direttivo del A.S.I.
I Soci si impegnano a diffondere i risultati dei test effettuati, di cui devono inviare notizia alla Segreteria del Club nei tempi e nei modi indicati nei menzionati Allegati.
Questo consente di contribuire, collaborando anche a livello internazionale con istituzioni di ricerca e di raccolta dei dati, ad una sempre maggior conoscenza e controllo delle singole patologie genetiche. I Soci sono quindi d’accordo sul rendere pubblici questi dati nelle opportune sedi (mailing list di razza, database internazionali, ecc.) nella consapevolezza che solo una corretta e serena circolazione delle informazioni può aiutare, in uno spirito di collaborazione e non di reciproca demonizzazione, a evitare la diffusione delle malattie genetiche.
Il censimento dello stato dei singoli soggetti riproduttori, rispetto alle patologie tipiche della razza, consente infatti la definizione di adeguati programmi di allevamento volti ad isolare e progressivamente eliminare le malattie genetiche.
Per questi fondamentali motivi, la mancata adempienza a queste norme comportamentali provocherà l’immediata sospensione del Socio.
Art. 7 – Isolamento dei gatti malati
Negli ambienti dove viva più di un gatto, deve esistere la possibilità di isolare gatti malati o con parassiti fino al termine della cura a loro destinata.
Art. 8 – Accoppiamenti
Non sono permessi accoppiamenti con gatti diversi dalla razza Norvegese delle Foreste, se non in presenza di un preciso programma di allevamento e con la possibilità di iscrivere i cuccioli ad un registro sperimentale.
Di questo programma l’A.S.I. deve essere messo a conoscenza per tempo, in modo che possa esprimere un giudizio di merito e di metodo.
Ciascuna fattrice non potrà partorire più di tre cucciolate nell’arco di 24 (ventiquattro) mesi. In caso una fattrice rientri nelle eccezioni previste dai Disciplinari in merito a più di tre cucciolate in 24 mesi, il Club deve essere messo a conoscenza tramite l’invio del certificato veterinario alla Commissione Allevatori.
Le fattrici devono partorire dopo il compimento dell’anno di età.
È vietato l‘accoppiamento con fattrici che abbiano raggiunto i 10 (dieci) anni di età.
E’ fortemente consigliato sterilizzare le femmine che abbiano presentato gravi problemi durante la gravidanza e il parto.
È fortemente consigliato che le fattrici siano assistite da un allevatore o da altra persona esperta al momento del parto e che si abbia la possibilità di reperire il Veterinario di fiducia.
È consigliato che sia richiesto il parere del Veterinario e l’eventuale esame necroscopico per i cuccioli nati morti, morti in epoca neonatale o con evidenti deformità, per accertare con la maggior accuratezza possibile, le cause di morte.
Per quanto attiene le malattie genetiche si consiglia di formulare un accurato programma di allevamento per ridurre al minimo le problematiche ad esse collegate.
Prima di una monta si consiglia ai proprietari di stallone e fattrice di documentare l’assenza di malattie con certificato di buona salute del Veterinario curante e esito dei tests per FELV, FIV di recente esecuzione (non oltre i 10 gg).
Gli accordi di monta devono essere concordati in anticipo dai proprietari (si consiglia per iscritto).
Qualsiasi controversia in merito, che faccia supporre una mancata fiduciosa collaborazione tra i Soci, potrà essere portata al giudizio del A.S.I., il cui Consiglio Direttivo esprimerà un parere.
Comportamento standard e responsabilità per la cessione dei gatti
Art. 9 – Cessione di cuccioli o di gatti adulti
Tutti i cuccioli nati vivi devono essere iscritti al Libro Genealogico del Gatto di Razza ed è fatto divieto di cedere cuccioli senza Certificato Genealogico.
Non è permesso vendere o lasciare in deposito cuccioli o gatti adulti ai negozi di animali o ad organizzazioni simili, né cederli per ricerche o test.
Nessun gatto può essere ceduto prima del compimento del terzo mese e senza aver eseguito la vaccinazione trivalente e relativo richiamo.
Al momento della cessione di un cucciolo o di un gatto adulto, l’allevatore ne garantisce la sua buona salute, l’assenza di parassiti e l’assenza di tare genetiche conclamate, a meno che queste siano chiaramente indicate e illustrate a chi intende prendere il gatto e che il nuovo proprietario sottoscriva una liberatoria dalle responsabilità dell’allevatore sulle conseguenze di queste tare.
Nel caso di tare genetiche conclamate e/o certificate il gatto dovrà essere dichiarato “Not for breeding”.
Art. 10 – Documentazione
Il cucciolo o il gatto che lasciano l’allevamento devono essere obbligatoriamente accompagnati dalla documentazione di competenza, in accordo con quanto disposto dall’art.5 del Decreto Legislativo 529/92.
Tale documentazione è composta da:
– libretto sanitario (e/o “Passaporto Europeo” veterinario) debitamente compilato con i dati del gatto e l’elenco delle vaccinazioni datate e firmate del veterinario;
– eventuale certificato di buona salute firmato dal veterinario di fiducia dell’allevamento in data non anteriore a 10 (dieci) giorni da quella dell’effettiva cessione del soggetto;
– eventuale contratto di cessione che dovrà essere sottoscritto da entrambe le parti (allevatore – acquirente). Tale contratto, se redatto, dovrà attenersi ai principi esplicativi del presente codice etico;
– Certificato Genealogico rilasciato dall’Ufficio Centrale del Libro Genealogico del Gatto di Razza o, nel caso in cui questo non fosse ancora disponibile, eventuale copia della denuncia di nascita e monta ed eventuale copia della richiesta di Iscrizione al Libro Genealogico del cucciolo.
– è facoltativo cedere copia dei test genetici, effettuati sul gatto o sui genitori.
Sarà cura dell’allevatore far annotare il passaggio di proprietà sul Certificato Genealogico del cucciolo/gatto.
Art. 11 – Qualità del Cucciolo o del Gatto
In base alle loro caratteristiche fisiche da standard e/o in base agli accordi di utilizzazione, i cuccioli o i gatti adulti ceduti si possono definire secondo la seguente scala di qualità:
• Gatto “Top Show”: gatto di razza pura e di genealogia selezionata, con Certificato Genealogico, adatto alla riproduzione e con caratteristiche fenotipiche aderenti allo standard di razza in misura tale da consigliarne vivamente la partecipazione alle esposizioni feline.
• Gatto da “Esposizione”: gatto di razza pura e di genealogia selezionata, con Certificato Genealogico, adatto alla riproduzione e con caratteristiche fenotipiche aderenti allo standard di razza in misura tale da consigliarne la partecipazione alle esposizioni feline.
• Gatto da “Riproduzione”: gatto di razza pura e di genealogia selezionata, con Certificato Genealogico, adatto alla riproduzione secondo gli accordi presi con l’allevatore, che sarà possibile esporre alle mostre feline.
• Gatto da “Compagnia”: gatto di razza pura, con Certificato Genealogico, non pienamente rispondente allo standard e quindi non giudicato adatto alla riproduzione
• Gatto da compagnia con clausola “Not for Breeding”: gatto di razza pura, con Certificato Genealogico NFB, non pienamente rispondente allo standard (difetti trasmissibili alla prole e/o difetti nello standard di razza, secondo quanto indicato all’All. A delle Norme Tecniche al Disciplinare del Libro Genealogico del Gatto di Razza), non potrà essere utilizzato per la riproduzione.
L’A.S.I. non esprimerà mai parere ufficiale, da parte dei suoi organi direttivi, in merito alla qualità e alla tipologia dei cuccioli ceduti dai Soci: ogni decisione in merito è demandata al singolo Socio.
Art. 12 – Diritti dell’acquirente del gatto
Chi acquista un cucciolo o un gatto adulto ha diritto di visitare e visionare l’allevamento per valutarne lo stato di salute dei soggetti e la pulizia dello stesso.
Chi acquista un cucciolo ha diritto di vedere la madre e il padre. Se il padre è un soggetto non facente parte dell’allevamento ha diritto di sapere chi sia il proprietario e di contattarlo eventualmente per informazioni.
Controlli
Art. 13 – Controlli
La verifica del rispetto delle norme espresse dal presente Codice Etico potrà avvenire anche mediante controlli effettuati dai componenti del Consiglio Direttivo o Referenti da esso delegato.
Il Consiglio Direttivo deciderà le modalità e la tempistica dei controlli.
I controlli ispettivi saranno concordati con almeno 24 ore di anticipo e saranno effettuati da uno o più membri del Consiglio Direttivo o da personale delegato dal Consiglio Direttivo stesso.
Il controllo verrà effettuato utilizzando come guida i principi espressi nel Codice Etico.
Qualora nel corso di un controllo ispettivo presso uno dei Soci venisse accertata l’esistenza di uno o più valori inaccettabili il Referente ne darà comunicazione al Consiglio Direttivo al fine di individuare le linee correttive applicabili; il Consiglio Direttivo deferirà al collegio dei Probiviri il socio trasgressore al fine dei conseguenti provvedimenti correttivi e/o disciplinari che saranno presi dopo una valutazione accurata del caso.
Comportamento dei soci
Art. 14 – Registro dei riproduttori
I soci si impegnano a inviare alla Segreteria del Club a cadenza annuale, in occasione del rinnovo ovvero a seguito dell’iscrizione, l’elenco dei soggetti adulti e neutri di proprietà, secondo il modulo predisposto dalla Segreteria.
Tutti i Soci che dichiarano, sui propri siti internet, di testare i riproduttori per un panel di esami hanno l’obbligo di produrre copia delle certificazioni dei soggetti e di inviarle alla Segreteria in occasione del censimento.
In caso di reiterato mancato invio della documentazione richiesta, il Consiglio Direttivo, dopo un primo richiamo scritto, ha facoltà di decidere l’espulsione del Socio.
Se per tre anni consecutivi il Socio allevatore non produce alcuna cucciolata, diventerà automaticamente Socio ordinario.
Art.15 – Pubblicità
Il Socio non diffonderà pubblicità menzognere né altererà le foto dei propri soggetti (adulti e cuccioli) con artifici tecnici al fine di ingannare o indurre in errore.
Art. 16 – Comportamento
Il comportamento dei Soci in esposizione o in qualunque occasione pubblica, compresa la loro presenza su piattaforme di social network, sarà civile ed educato.
I soci accetteranno le regole imposte da chi organizza l’esposizione e qualunque rimostranza sarà esposta per iscritto e all’organo competente.
Il Socio si impegna a non generare imbarazzo per il Club.
Il Socio si impegna inoltre ad avere sempre spirito di collaborazione e di cordialità nei confronti degli altri Soci e si adopererà per un mutuo sostegno.
Qualsiasi diatriba dovrà essere risolta civilmente all’interno del Club.
Il Socio difenderà sempre il buon nome del Club e degli altri Soci, sia in Italia che all’estero.
ALLEGATO A del Codice Etico.
Malattie genetiche per la diagnosi delle quali è disponibile test sul DNA
Glicogenosi di tipo IV (GSD IV)
La GSD IV (glycogen storage disease type IV, glicogenosi di tipo IV) fa parte di un insieme di malattie, chiamate appunto glicogenosi. Quella di tipo IV colpisce il Norvegese delle Foreste.
Sono patologie ben descritte anche in umana, classificate come malattie rare. In un organismo normale, l’eccesso di glucosio ottenuto con la dieta o con la conversione di proteine e grassi viene immagazzinato in una catena ramificata di polimeri, il glicogeno, costruito utilizzando come catalizzatore l’enzima GBE (glycogen branching enzyme).
Quando l’organismo ha bisogno di energia, le molecole di glucosio sono rimosse dal glicogeno e immesse nella circolazione sanguigna oppure utilizzate dai tessuti.
L’abilità di aggiungere e rimuovere il glucosio dal glicogeno in modo efficiente dipende dalla complessità della sua struttura ramificata.
La GSD IV è una deficienza ereditaria dell’enzima GBE: i soggetti affetti immagazzinano una forma abnorme di glicogeno che, quindi, porta a un insufficiente utilizzo del glucosio.
Ecco quindi che la GSD IV può essere considerata una ipoglicemia cronica che peggiora inesorabilmente verso la morte (perché l’organismo non è in grado di utilizzare in modo efficace il glucosio).
Nel gatto, i cuccioli affetti muoiono poche ore o pochi giorni dopo la nascita, molto probabilmente perché non hanno sufficiente glucosio per superare il parto e le prime ore/giorni di vita.
Più rara è la forma tardiva, per cui il cucciolo è sano fino ai 5/7 mesi per poi, improvvisamente, mostrare un blocco della crescita e una debolezza diffusa, con i seguenti sintomi:
• ipertermia elevata (oltre 40°), insensibile ai corticosteroidi
• tremori intermittenti e generalizzati che diventano permanenti
• fiacchezza intermittente, a “singhiozzo”
• debolezza muscolare, seguita da atrofia muscolare, contratture fibrotiche di articolazioni che portano a difficoltà di movimento e di alimentazione e che richiedono assistenza continua da parte del proprietario
• tetraplegia
I gatti affetti possono sopravvivere fino ai 10/14 mesi. Muoiono di arresto cardiaco, a volte dopo coma. La malattia è letale e non esistono cure.
Profilo genetico e test
La mutazione della GDS IV è recessiva, ciò implica che la possibilità che si esprima nella discendenza c’è solo se entrambi i genitori sono portatori della mutazione.
Si possono trovare 3 differenti possibilità:
• entrambi i genitori sono sani (essi sono omozigoti per l’allele normale): i figli sono sani e non porteranno la mutazione.
• se uno dei genitori è carrier (eterozigote) avremo circa il 50% di carrier ed il 50% di gatti sani tra i loro figli.
• Quando due portatori vengono accoppiati noi otteniamo il 25% di gatti malati, il 50% di carrier ed il 25% di gatti sani.
Ricordiamo che un gatto carrier è un gatto che non ha la malattia e che non la svilupperà mai. Potrà però trasmettere la mutazione ai figli.
E’ disponibile un test genetico, su sangue o tampone buccale, per individuare non solo i gatti affetti ma anche i portatori, ed è disponibile presso diversi laboratori italiani ed esteri. Ogni laboratorio prevede l’invio a casa, su richiesta, del materiale per i test (tamponi o provette per raccolta ematica), insieme con la documentazione necessaria. In alcuni casi è richiesto, per una corretta identificazione del gatto, che sia applicato il microchip.
Gestione in allevamento
Gli studi attuali sono volti all’analisi dei pedigree e delle linee coinvolte, in modo da cercare di arginare la diffusione dei carrier e contenere la mutazione (tramite, ovviamente, i test sui riproduttori), cercando inoltre di sensibilizzare gli allevatori alla negativizzazione delle linee per tentare di eradicare completamente, nel lungo periodo, questa patologia dalla razza.
Tutti i riproduttori dei soci A.S.I. devono essere testati. Nel caso il soggetto sia carrier per la mutazione, il Socio valuterà in autonomia se sterilizzare oppure lavorare per negativizzare la linea: ciò dipenderà da molti fattori, tra i quali citiamo a titolo di esempio: l’importanza della linea, la tipatura del gatto, l’assenza di altre patologie (cioè gatto sano).
Se infatti un gatto carrier è valutato irrinunciabile per il proprio programma di allevamento, è possibile (grazie ai test) accoppiarlo con gatti omozigoti negativi alla mutazione, testare la discendenza e continuare a lavorare con i figli negativi (e ciò implica sterilizzare il portatore), preservando così tipo e linea e contribuendo all’eradicazione della patologia nella razza.
ALLEGATO B del Codice Etico
Malattie genetiche per la diagnosi delle quali non è disponibile test sul DNA
Cardiomiopatia ipertrofica (HCM)
HCM è l’acronimo di Hypertrophic CardioMiopathy, cardiomiopatia ipertrofica.
È una malattia genetica che colpisce, oltre ai felini, anche gli umani ed è una condizione per cui, progressivamente, le pareti del cuore si inspessiscono, soprattutto dal lato sinistro del cuore, causando problemi alla funzionalità cardiaca: in particolare, il cuore è meno elastico e, a causa del ridotto spazio nel ventricolo sinistro, pompa meno sangue del normale.
E’ possibile che si creino turbolenze nel flusso sanguigno o fuoriuscita di valvole, con conseguente sviluppo di un soffio cardiaco auscultabile dal veterinario.
Sono state riscontrate difficoltà nella respirazione, per l’eccessivo accumulo di acqua nei polmoni e paralisi degli arti posteriori a causa del distacco di emboli.
Le cure prestate a un gatto affetto da HCM comprendono l’utilizzo di betabloccanti e ACE-inibitori, a supporto della funzionalità cardiaca.
L’HCM spesso è asintomatica, fino all’improvvisa morte del gatto per arresto cardiaco o grave alterazione del battito.
Non è un difetto congenito ma una malattia genetica che, sviluppandosi a volte molto lentamente nel corso degli anni, porta a invariabilmente a difficoltà diagnostiche.
Profilo genetico e test
L’HCM è una malattia autosomica dominante a penetranza incompleta ed espressività variabile.
Questo significa che può colpire indistintamente i maschi e le femmine; può essere trasmessa sia in forma eterozigote (un genitore trasmette la malattia) o omozigote (entrambi i genitori la trasmettono); un gatto può essere affetto da HCM ma non manifestarla mai per tutta la sua vita, trasmettendola però alla discendenza; ogni soggetto è a sé, per quanto riguarda la gravità della malattia e i tempi di insorgenza.
In commercio sono disponibili test genetici per identificare una mutazione che si pensa possa essere coresponsabile dello sviluppo dell’HCM.
Questo test è attualmente valido solo per le razze Maine Coon e Ragdoll.
E’ però controversa l’interpretazione del risultato, soprattutto per quanto riguarda la correlazione tra il risultato del test e lo sviluppo della patologia (a titolo di esempio, gatti omozigoti negativi alla mutazione hanno contratto la malattia).
A oggi, nei Norvegesi delle Foreste, l’unico mezzo diagnostico affidabile per valutare lo stato del cuore è lo screening con ecocardiodoppler, eseguito da un medico veterinario specializzato in cardiologia. L’ecografia è volta a eseguire alcune misurazioni sulle pareti cardiache e a monitorare il flusso sanguigno e i battiti.
Il protocollo generalmente adottato dai programmi di screening internazionali stabilisce di eseguire i test a un anno e mezzo di età, 3 anni e 5 anni, tenendo però conto che la finestra massima di espressione della malattia è 4-6 anni.
È da valutare a seconda dei casi specifici se eseguire il primo test prima di utilizzare il soggetto in riproduzione.
Gestione in allevamento
Tenendo conto delle difficoltà diagnostiche, è buona norma che ogni allevatore sviluppi un piano di screening periodico dei propri gatti, e che escluda immediatamente dalla riproduzione i soggetti portatori della patologia, avendo cura di informare, privatamente o pubblicamente a seconda dei casi specifici, dell’esistenza del problema su quella linea.
Uno dei protocolli utilizzati a livello internazionale è quello suggerito da Pawpeds, che prevede:
• Gatti con risultato “equivocal”: sono soggetti il cui esame ecocardiografico non è “normale” ma nemmeno patologico, per esempio un cuore può essere più grande del normale senza per questo essere segnale di cardiomiopatia. In generale, in questi casi, è consigliabile attendere prima di mettere in riproduzione il soggetto per ripetere l’esame. Nel caso il soggetto si sia già riprodotto (es.: il gatto risulta equivocal al secondo o terzo screening) è consigliabile accoppiarlo solo con gatti con screening normale.
• Se un parente (fratello, sorella, genitori o figli) del soggetto ha diagnosi di cardiomiopatia ipertrofica, questi non andrebbe utilizzato in riproduzione fino al compimento dei due anni. Da due a tre anni è possibile pianificare una cucciolata ma è consigliabile cedere tutti i cuccioli da compagnia. Oltre tre anni è possibile utilizzarlo in riproduzione ma avendo cura di accoppiarlo solo con gatti con screening normale.
Sindrome del Rene Policistico (PKD)
Descrizione
La PKD (Polycistic Kidney Disease – sindrome del rene policistico) è una malattia genetica ereditaria che colpisce i reni.
Già dalla nascita, nei gatti affetti, sono presenti delle microcisti (cavità piene di liquido all’interno del tessuto renale) che si ingrosseranno durante la crescita del gatto fino ad arrivare anche a 2cm di diametro, per un numero che va da 20 a 200 cisti.
E’ una malattia che ha una progressione lenta, perché i sintomi dipendono dalla grandezza e dal numero delle cisti tanto che può essere anche asintomatica: un gatto PKD(+) può non manifestare mai la malattia ma la passerà alla discendenza.
La PKD produce nel gatto un’insufficienza renale, che appare mediamente a 7 anni, con aumento della sete, aumento della frequenza urinaria, diminuzione dell’appetito. Al peggioramento dell’insufficienza renale, ci possono essere episodi di vomito, sangue nelle urine e affaticamento respiratorio.
La PKD è una malattia incurabile, ma con le adeguate cure il gatto può vivere molti anni e la terapia solitamente comprende una dieta specifica a vita insieme a integratori, se necessario.
Profilo genetico e test
La PKD è una malattia autosomica dominante. Questo significa che può colpire indistintamente maschi o femmine e può essere trasmessa solo in forma eterozigote, cioè ereditata da un solo genitore. Si pensa che l’ereditarietà in forma omozigote (da entrambi i genitori) sia già letale a livello embrionale oppure nelle prime ore di vita.
In commercio è disponibile un test genetico per l’identificazione della mutazione PKD ma è valido esclusivamente sulla razza persiana ed esotica e razze ibridate con PER/EXO. Per tutte le altre razze, l’unico esame possibile è l’ecografia renale, che permette l’identificazione delle cisti tipiche della patologia.
Molti veterinari consigliano la prima ecografia a un anno di età, e comunque prima che il gatto venga fatto riprodurre ma, dato che le cisti in gatti PKD(+) sono presenti dalla nascita, è possibile eseguire screening anche più precoci.
Gestione in allevamento
La PKD non è, a oggi, considerata come una malattia tipica del Norvegese delle Foreste, sebbene nella letteratura sia sovente indicata come una delle razze a rischio. Si pensa che ogni razza che, a un certo punto della sua selezione, sia stata ibridata con il Persiano sia una razza potenzialmente a rischio (per esempio Esotici, Angora Turco, Maine Coon,…). In ogni caso, se si vuole eseguire lo screening sulla PKD, è buona norma testare i propri riproduttori a un anno di età, prima del primo accoppiamento e, seguendo le indicazioni del veterinario, procedere a screening cadenzati nel tempo. Un gatto PKD(+) deve essere necessariamente sterilizzato e tutta la sua discendenza testata e, se positiva, sterilizzata.