Il gatto nero tra miti e leggende
ll gatto nero, ai nostri tempi, è associato alla sfortuna, ma fortunatamente non è sempre stato così. Il gatto nero è tra gli esemplari più eleganti dei nostri amici felini, ma le superstizioni odierne tendono a metterlo sempre in cattiva luce. Ancora oggi, tante sono le persone che temono il peggio quando vedono un gatto nero attraversare la strada.
Il gatto nero si intreccia in numerose superstizioni a partire dal Medioevo, in questo periodo nacque la diceria che lo voleva come animale porta sfortuna.
All’epoca ci si spostava con le carrozze trainate dai cavalli e le strade erano completamente buie, e spesso capitava che i cavalli si spaventassero alla vista degli occhi di queste splendide creature. Li si difuse la superstizione che fossero sotto controllo del demonio.
Nel 1200 Papa Gregorio IX ribattezzò il gatto nero come fedele compagno delle streghe, dando origine ad una spietata caccia nei loro confronti.
La tradizione narra anche che anticipassero l’arrivo dei pirati, in quanto erano soliti viaggiare sulle loro navi, dove erano fatti salire per cacciare i topi nella stiva. Quando una nave attraccava, i gatti neri scendevano a terra e così i villeggianti capivano del loro arrivo.
Esistono anche delle leggende buone, ad es. nell’amtica Roma, dove i gatti erano considerati dei portafortuna, per cui dopo la loro morte, era usanza bruciarli e poi spegnerne le ceneri per augurarsi un buon raccolto, ma anche oggi non sono poche le culture che associano a questo gatto la fortuna.
Gatto nero, rosso, striato colorato o monocolore, i mici sono gli animali più amati, ma anche temuti da tantissime culture. Gli egizi, i norreni, i giapponesi, i buddhisti, i musulmani descrivono episodi in cui a farla da protagonista sono proprio i gatti
Ad essi sono attribuiti poteri magici, extrasensoriali, capaci di restare in contatto con l’invisibile, e di scrutare la notte coi loro occhi profondi.
La Dea Bastet era una delle divinità più importanti dell’ antico Egitto, la figura era raffigurata metà gatto e veniva venerata per essere la protetrice della casa, delle donne, simbolo della fertilità e della nascita, protettrice degli stessi gatti.
Divennero tanto amati, che quando uno di essi moriva, il padrone in segno di lutto, si radeva le sopracciglia.
La legge faraonica ne vietava il trasporto fuori dai confini e quando un gatto veniva maltrattato o subiva violenza, il colpevole era punito con la pena di morte. I gatti in Egitto venivano mummificati e seppelliti in una necropoli così come avveniva per i faraoni.
Secondo una leggenda germanica, la dea Freya, moglie di Odino, dea della guerra, della bellezza e della sensualità, si spostava nel suo regno su un carro trainato da due gatti possenti. Si pensava fossero gatti norvegesi delle foreste e ogni sette anni di devoto servigio, venivano trasformati in streghe a sancirne la loro libertà. Da qui la leggenda narra che i gatti, in particolare i gatti neri, possano essere discendenti delle streghe.
I miti sui gatti e le leggende che avvolgono la loro presenza servono a ricordare a chi ne possiede uno, quale essere straordinario abbia l suo fianco